Intervista di Guido Zaccarelli all’Avvocato Guido Sola, esperto di diritto penale e modelli di organizzazione e gestione Risk management e Risk Assessment.
La cultura aziendale – ed il rischio aziendale che implica – per sua stessa natura, non può che essere adattiva, essendo il contesto sociale, culturale e ambientale d’ogni singola azienda sempre soggetto (oggi sempre più soggetto) a rapidi quanto imprevisti cambiamenti.
Il mondo d’oggi è complesso e più complesso ancora appare in conseguenza dell’emergenza COVID-19 anche e soprattutto nell’ottica della (doppia) ri-partenza.
Anche e soprattutto in quest’ottica è necessario partire dal presupposto – l’unico davvero in linea con l’attualità – che le aziende d’oggi non si possono più limitare a prevenire unicamente i rischi classici – quali sono, a titolo d’esempio, i rischi economico-finanziari, etc. –, ma devono imparare a fotografare e, conseguentemente, a prevenire altresì i rischi legati alla non-compliance normativa.
Si apre una fase di ripensamento e, in ultima analisi, di ri-organizzazione delle aziende che, per lungo tempo, avevano operato secondo logiche non più attuali e, soprattutto, sulla base di visioni (diventate) distoniche rispetto all’intervenuta terza rivoluzione industriale.
Ri-organizzare un’azienda significa, in primis, essere consapevoli che l’organizzazione aziendale rappresenta una variabile progettabile e pianificabile; e che, vero ciò, già il semplice migliorare il funzionamento interno dell’azienda attraverso l’adozione di modelli organizzativi e gestionali che descrivano, in termini puntuali, compiti e responsabilità, significa migliorarne l’organizzazione.
Correttamente intesa, compliance non significa conformità. Mentre conformità (conformity) è concetto statico – ci si conforma alle leggi e, più in generale, alle regole –, compliance è concetto dinamico, che parametra l’agire pro-attivo proprio di chi sa “guardare al futuro”.